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Report del Convegno SIDMI Lazio 2025

Aggiornamento: 20 giu

Il convegno "DISRUPTION2025" di SIDMI Lazio ha riunito i leader della sanità per discutere del futuro del management infermieristico



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ROMA, 17 giugno 2025 – Si è concluso con successo il convegno "DISRUPTION2025 CONFERENCE: Traiettorie per dirigere un'assistenza di valore", organizzato dalla sezione Lazio della Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni Infermieristiche (SIDMI) con il patrocinio di OPI ROMA. L'evento, tenutosi il 10 giugno 2025 presso la Sala del Commendatore a Roma della ASL Roma 1 , ha visto la partecipazione di numerosi professionisti e figure istituzionali del settore sanitario, riuniti per confrontarsi sulle trasformazioni che stanno ridisegnando la sanità nazionale e regionale.


Il convegno ha affrontato le sfide e le opportunità generate dal PNRR e dal DM 77/2022, che spingono il Servizio Sanitario Nazionale verso modelli orientati a maggiore prossimità, digitalizzazione e personalizzazione delle cure. Al centro del dibattito, il ruolo cruciale del management infermieristico come guida di questo cambiamento "disruptivo"


Lazio, Sanità e Sociale: Verso un Futuro Integrato e Digitale

Assessore Massimiliano Maselli
Massimiliano Maselli

La Regione Lazio si prepara a rivoluzionare i propri servizi socio-sanitari. Lo ha annunciato l'Assessore all'Inclusione Sociale, Massimiliano Maselli, durante il suo intervento al convegno di apertura. Non solo il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche il Piano Sociale Nazionale è al centro di una profonda trasformazione, puntando su assistenza di prossimità, digitalizzazione e percorsi personalizzati per i cittadini più fragili. La Regione Lazio sta investendo in modo significativo, non solo nell'ammodernamento delle strutture ospedaliere e della diagnostica per immagini, ma anche nel potenziamento delle infrastrutture che offrono servizi qualificati su tutto il territorio. Entro la fine di giugno,

il Consiglio regionale dovrebbe approvare il Piano Sociale 2025-2027, che avrà come pilastri l'integrazione socio-sanitaria (con un forte coinvolgimento del volontariato, associazionismo, terzo settore e cooperazione sociale), la semplificazione burocratica, l'innovazione, la digitalizzazione dei processi e l'impiego dell'intelligenza artificiale.


Infermieristica del Futuro: Tra Transizione Demografica e Innovazione Tecnologica

Maurizio Zega
Maurizio Zega

La professione infermieristica è destinata a subire una profonda trasformazione nei prossimi cinquant'anni. Lo ha affermato Maurizio Zega, Presidente dell'OPI Roma e Vice Presidente FNOPI.

"I cambiamenti demografici ed epidemiologici impongono una nuova dimensione assistenziale," ha sottolineato Zega, evidenziando come gli infermieri saranno i più coinvolti in questa evoluzione. A ciò si aggiunge l'impatto dell'evoluzione tecnologica, con la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale che ridisegneranno l'organizzazione del lavoro e la professione stessa. In questo scenario, il ruolo di SIDII (Società Italiana Dirigenza Infermieristica) diventa cruciale. La ricerca sarà fondamentale per formare un dirigente infermieristico non solo capace di gestire le transizioni sanitarie e tecnologiche, ma anche dotato di quella flessibilità intellettuale necessaria per accettare i cambiamenti, mantenere un servizio rispondente ai bisogni di salute e garantirne la sostenibilità economica.


Sanità del Futuro: "Disruption" per Cure Più Vicine e Personalizzate

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La sanità italiana è nel mezzo di una "disruption", un cambiamento radicale che mira a ridefinire i modelli organizzativi e la cultura assistenziale. È quanto emerso nel dibattito congressuale tra esperti, al quale ha partecipato anche il Direttore Generale ASL Roma 1 e Vice Presidente FIASO, Giuseppe Quintavalle.

Quintavalle ha sottolineato come il concetto di "disruption" debba essere inteso come una spinta verso un'assistenza sempr

e più orientata alla prossimità, alla digitalizzazione e alla personalizzazione delle cure. L'obiettivo finale è la creazione di un sistema sanitario più efficiente e in linea con le reali esigenze dei cittadini.


Infermieri Protagonisti del Cambiamento: Il Ruolo Chiave delle Professioni Sanitarie nel SSN e SSR

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Le professioni infermieristiche si confermano attori centrali nel profondo processo di trasformazione che sta interessando il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e il Servizio Sanitario Regionale (SSR). Lo ha ribadito Carlo Turci, Vice Presidente OPI Roma e Direttore del Dipartimento delle Professioni Sanitarie ASL Roma 1, intervenendo sul tema. Turci ha enfatizzato l'importanza del ruolo degli infermieri, sottolineando come la loro professionalità e la loro capacità di adattamento siano fondamentali per guidare il cambiamento in atto. In un contesto di evoluzione demografica, tecnologica e dei bisogni di salute, le professioni infermieristiche rappresentano una risorsa insostituibile per garantire un'assistenza di prossimità, personalizzata e sempre più efficiente, capace di rispondere alle nuove sfide del sistema salute.


Dirigenza Infermieristica chiave per la trasformazione sanitaria, ma restano nodi da sciogliere

Bruno Cavaliere
Bruno Cavaliere

La dirigenza delle Professioni Infermieristiche è un pilastro fondamentale nel processo di profondo cambiamento che sta interessando il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e il Servizio Sanitario Regionale (SSR). Lo h

a affermato Bruno Cavaliere, Presidente SIDMI (Società Italiana Dirigenza e Management Professioni Infermieristiche), intervenendo sul tema. Cavaliere ha sottolineato l'importanza strategica dei dirigenti infermieristici nel guidare l'innovazione e l'adattamento del sistema salute alle nuove sfide. Tuttavia, il Presidente SIDMI ha anche evidenziato la necessità di sciogliere alcuni nodi cruciali per valorizzare appieno questo ruolo. Tra questi, spicca la questione dell'indennità di esclusività, un riconoscimento ritenuto essenziale per equiparare il trattamento economico dei dirigenti infermieristici a quello di altre figure dirigenziali all'interno del sistema sanitario, garantendo così una piena attrattività e il mantenimento di professionalità di alto livello.


Sanità in trasformazione: La "Disruption" necessaria per un'Assistenza di Valore

da sx: Carlo Turci, Giuseppe Quintavalle, Massimiliano Maselli, Maurizio Zega, Barbara Porcelli
da sx: Carlo Turci, Giuseppe Quintavalle, Massimiliano Maselli, Maurizio Zega, Barbara Porcelli

La sanità si trova a un bivio, di fronte a una "tempesta perfetta" dettata da pressioni demografiche (invecchiamento e cronicizzazione dei bisogni), economiche (costi crescenti e risorse finite), culturali (pazienti informati e digitalizzati) e professionali (crisi di attrattività e burnout infermieristico). In questo scenario, lo "status quo" non è più sostenibile, e una profonda trasformazione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è inevitabile. È quanto ha evidenziato Barbara Porcelli, Coordinatore SIDMI Lazio, nella sua lectio magistralis al convegno "Disruption 2025: Traiettorie per dirigere un'assistenza di valore".

La "disruption" non è solo un cambiamento, ma una riforma radicale dei modelli organizzativi e della cultura sanitaria, orientando l'assistenza verso maggiore prossimità, digitalizzazione e personalizzazione delle cure.

Barbara Porcelli
Barbara Porcelli

Le Tre Traiettorie della Disruption

Porcelli ha illustrato tre assi principali di questa "disruption":

  1. La Disruption Digitale e dei Dati: Non si tratta più solo di archiviare dati nel Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), ma di utilizzare "piattaforme di dati intelligenti" che integrano informazioni cliniche, genomiche, ambientali e comportamentali. L'obiettivo è passare dagli analytics descrittivi a quelli predittivi, identificando i pazienti a rischio prima dell'evento acuto, con il supporto dell'intelligenza artificiale per suggerire i migliori percorsi assistenziali e automatizzare le attività a basso valore per gli infermieri. La tecnologia, però, è un abilitatore, non il fine.

  2. La Disruption dei Modelli Organizzativi: Il DM 77/2022 è una "filosofia", che impone di "rompere i silos" e spostare il baricentro delle cure dall'ospedale al domicilio. Si passa da un modello ospedale-centrico, reattivo e frammentato, a un "modello di valore" basato su un ecosistema territoriale, con Case della Comunità intese come "HUB di una rete". Fondamentali saranno i team multiprofessionali proattivi, guidati da un Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC) che gestisce la salute, non solo la malattia. L'ospedale diventerà un centro per l'alta complessità, non più la porta d'ingresso del sistema.

  3. La Disruption nella Cultura Sanitaria: È necessario un nuovo approccio alla salute, che abbracci paradigmi di cura come la Patient-Centered Care, il Value-Based Healthcare (VBHC), i Sistemi di Cura Integrati e il Population Health Management. L'assistenza basata sul valore impone un passaggio dal volume agli esiti, influenzando le strutture organizzative, la misurazione delle performance e gli incentivi professionali. Questo richiede un approccio di leadership più olistico, dinamico e visionario, capace di governare una complessità organizzativa esponenzialmente maggiore.


Ridefinizione dei Ruoli e Nuove Competenze

Questa trasformazione implica una ridefinizione dei ruoli e la necessità di nuove competenze per tutte le professioni sanitarie. Per gli infermieri, si prevede un'espansione dei ruoli nella teleassistenza, infermieristica virtuale, coordinamento dell'assistenza domiciliare e informatica infermieristica, con maggiori opportunità di autonomia e ruoli di leadership nell'integrazione tecnologica e nel coordinamento delle cure, necessitando di formazione continua sulla sanità digitale.


Il Ruolo Protagonista del Management Infermieristico

Il management infermieristico, in particolare i Dipartimenti delle Professioni Sanitarie (DAPS), è chiamato a essere protagonista e guida del cambiamento. Le DAPS sono fondamentali per ridefinire i modelli organizzativi e i processi assistenziali, sviluppare nuove competenze professionali e costruire un sistema sanitario più resiliente, adattabile e centrato sul paziente. La vera "disruption" è culturale e organizzativa, e le DAPS devono agire per anticipare le tendenze, adottare tecnologie emergenti, incoraggiare la creatività, promuovere la responsabilizzazione sui risultati e superare processi obsoleti e flussi inefficienti.

L'innovazione è un imperativo per la sostenibilità economica e la qualità delle cure. L'approccio "value-based" si traduce in un'organizzazione centrata sulla persona, superando i "silos", promuovendo un approccio per processi e una gestione integrata dei percorsi di cura con team multidisciplinari. La gestione infermieristica deve essere responsabile ed efficiente, garantendo qualità e sostenibilità attraverso l'eliminazione degli sprechi, la definizione di ruoli chiari, la valorizzazione delle competenze, una leadership etica e la promozione di partnership multidisciplinari.

In conclusione, la transizione verso un'assistenza basata sul valore è la via per rispondere alle sfide future. Il management infermieristico, con una leadership forte e visionaria, è il motore per garantire un'assistenza efficace, sostenibile e realmente orientata agli esiti che contano per il paziente. "Il futuro non aspetta. Dobbiamo dirigerlo. Dirigere un'assistenza di valore non significa amministrare l'esistente. Significa avere la visione, la competenza e il coraggio di renderlo obsoleto"


Sanità nel Lazio: Modelli a Confronto per l'Assistenza Territoriale Integrata


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La sfida dell'assistenza territoriale integrata nel Lazio è stata al centro di una tavola rotonda che ha visto confrontarsi direttori generali, direttori sanitari e direttori di dipartimento delle professioni sanitarie delle ASL del Lazio. L'obiettivo del dibattito, intitolato "La sfida dell'assistenza territoriale integrata nel Lazio: modelli ed esperienze a confronto", moderato da Mariagrazia Montalbano, (Consigliera Opi Roma, Dirigente Lusan Srl), e Cinzia Sandroni (Direttore Professioni Sanitarie ASL Roma 6 e Componente Direttivo SIDMI Italia), è stato quello di analizzare e discutere le diverse strategie e le esperienze in atto nella Regione per rafforzare la sanità di prossimità.

Tra i discussant intervenuti figurano nomi di spicco del panorama sanitario laziale: Sergio Parrocchia (Direttore Sanitario ASL Latina), Elena Megli (Direttore Distretto 9 ASL Roma 2 e Presidente CARD Lazio), Agnese Barsacchi (Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Rieti), Luigia Carboni (Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 5), Elisabetta Zuchi (Dirigente Professioni Sanitarie ASL Roma 3), Carlo Turci (Direttore Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Roma 1 e Vice Presidente OPI Roma), Valentino Coppola (Dirigente delle Professioni Sanitarie ASL Latina).


Rieti, Sanità di Prossimità: Un Modello Innovativo per Affrontare le Sfide Territoriali

La ASL di Rieti, operando in un contesto geografico montuoso con forte dispersione demografica (solo il 38% della popolazione risiede in provincia) e un indice di vecchiaia superiore alla media del Lazio, ha intrapreso un ambizioso progetto di reingegnerizzazione dell'assistenza territoriale e della Rete delle cure infermieristiche e ostetriche. Lo ha illustrato Agnese Barsacchi, Direttore del Dipartimento Professioni Sanitarie ASL Rieti, durante il suo intervento.

Le criticità organizzative e assistenziali hanno spinto all'istituzione di una centrale unica di coordinamento aziendale, due postazioni territoriali e una Centrale di Ascolto Infermieristica e di Telenursing. È stata introdotta una piattaforma informatizzata per la pianificazione, esecuzione e verifica dei processi assistenziali territoriali, parallelamente alla revisione delle liste di pazienti in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) e alla creazione del modello assistenziale IFEC (Infermieri di Famiglia e Comunità). A supporto di questi cambiamenti, sono stati implementati protocolli, programmi di formazione per il personale e una definizione chiara del fabbisogno di organico infermieristico e tecnico.

Per rafforzare l'assistenza di prossimità e di iniziativa, l'offerta degli ambulatori infermieristici è stata ampliata su tutto il territorio provinciale. Sono stati inoltre creati percorsi per facilitare le dimissioni ospedaliere attraverso la degenza infermieristica territoriale.

La "Rete delle Cure infermieristiche" ha rappresentato la base per l'attivazione del Progetto TOBIA, che assicura un percorso di cura dedicato agli utenti con disabilità intellettiva e neuromotoria e ai loro caregiver, grazie a care manager infermieristici e équipe multiprofessionali dedicate.

Parallelamente, è stato sviluppato un modello per i servizi socio-sanitari integrati con stratificazione del rischio sociale, mirato alla valutazione degli outcome e al superamento del modello prestazionale. I modelli implementati hanno già prodotto risultati significativi, come l'alta percentuale di presa in carico dei pazienti ultrasessantacinquenni, pari all'11,6%, superando l'obiettivo del 10% previsto dal PNRR da raggiungere entro il 2026.


ASL Latina, rilanciata l’Assistenza Territoriale secondo il DM 77 e il PNRR

La ASL di Latina ha avviato un’ambiziosa riorganizzazione dell’assistenza territoriale finanziata con 39,2 milioni di euro di fondi PNRR. Lo affermato il Direttore Sanitario ASL Latina, Sergio Parrocchia nel suo intervento. Il piano prevede l’attivazione di 18-20 Case della Comunità distribuite nei cinque distretti provinciali, con dieci progetti già approvati per un investimento complessivo di oltre 14 milioni di euro tra Latina, Gaeta, Sabaudia, Minturno, Pontinia, Aprilia, Formia e altri comuni.

La strategia include anche 4-6 Ospedali di Comunità per l’assistenza intermedia e 5 Centrali Operative Territoriali per coordinare la presa in carico dei pazienti. Particolare attenzione è rivolta ai servizi domiciliari con il potenziamento dell’Assistenza Domiciliare Integrata e l’inaugurazione della rete degli Ambulatori Infermieristici di Comunità nel 2023.

Il progetto innovativo +VITA introduce le Centrali di Continuità Territoriale con case manager specializzati, mentre la digitalizzazione e la telemedicina rappresentano gli strumenti per avvicinare i servizi sanitari alle aree più svantaggiate. L’intera riorganizzazione punta a creare un modello di sanità di prossimità che garantisca continuità assistenziale e migliore accessibilità ai 400mila abitanti della provincia pontina.


Infermieri protagonisti del cambiamento nella Sanità territoriale Pontina

Sulla scorta dell'intervento di Parrocchia, Valentino Coppola (Dirigente delle Professioni Sanitarie ASL Latina) ha evidenziato come gli infermieri al centro del processo di cambiamento finanziato dal PNRR, facendoli diventare i protagonisti della nuova sanità di prossimità. La strategia si concretizza attraverso la Rete degli Ambulatori Infermieristici di Comunità, inaugurata nel 2023, dove professionisti infermieri gestiscono autonomamente percorsi di cura complessi, dall’assistenza ai pazienti cronici all’educazione sanitaria. Nelle Centrali Operative Territoriali, gli infermieri assumono il ruolo di case manager specializzati, coordinando la continuità assistenziale tra ospedale e territorio attraverso il progetto innovativo +VITA.

“Il territorio è il futuro della sanità e gli infermieri sono il motore di questo cambiamento”, dichiara Coppola, che punta sulla formazione continua del personale per affrontare la sfida del fabbisogno di professionisti qualificati. La visione aziendale prevede che entro il 2026 la provincia di Latina diventi un modello nazionale di sanità territoriale, con gli infermieri come pilastri di un sistema più accessibile ed efficiente per i 400mila abitanti pontini.


ASL Roma 3: Infermieri al centro nello sviluppo dell'Assistenza Territoriale tra DM 77 e PNRR

La ASL Roma 3 sta investendo significativamente nello sviluppo dell'assistenza territoriale, in linea con le direttive del DM 77 e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ponendo gli infermieri al centro di questo processo di trasformazione. Lo ha evidenziato Elisabetta Zuchi, Dirigente delle Professioni Sanitarie della ASL Roma 3, durante il suo intervento. Zuchi ha sottolineato come la ASL Roma 3 stia implementando nuovi modelli organizzativi che mirano a rafforzare la prossimità delle cure e la presa in carico personalizzata dei pazienti. In questo contesto, il ruolo degli infermieri è considerato cruciale, in particolare nell'ambito dell'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC) e nello sviluppo delle Case della Comunità, che rappresentano i pilastri della riorganizzazione territoriale.

La dirigente ha evidenziato l'impegno della ASL Roma 3 nel valorizzare le competenze infermieristiche attraverso percorsi formativi dedicati e l'integrazione di strumenti digitali e tecnologie innovative per migliorare l'efficienza e l'efficacia dei servizi erogati sul territorio. L'obiettivo è costruire un sistema assistenziale più resiliente e capace di rispondere in modo proattivo ai bisogni di salute della popolazione, garantendo continuità assistenziale e una maggiore integrazione tra ospedale e territorio.


ASL Roma 5: L'Infermierstica centrale nei nuovi Modelli Territoriali del DM 77

Anche la ASL Roma 5 sta attuando una riorganizzazione significativa dell'assistenza territoriale, in piena sintonia con le direttive del DM 77 e le linee guida del PNRR, ponendo al centro di questa trasformazione il ruolo cruciale delle professioni infermieristiche. Lo ha dichiarato Luigia Carboni, Direttore del Dipartimento Professioni Sanitarie della ASL Roma 5, illustrando gli interventi in corso nel territorio.

Carboni ha sottolineato l'importanza strategica di strutture come le Centrali Operative Territoriali (COT), gli Ospedali di Comunità (ODC) e la figura dell'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC) quali pilastri del nuovo modello assistenziale. Le COT, in particolare, rappresentano il centro nevralgico per la gestione integrata dei percorsi di cura, facilitando la comunicazione e la continuità assistenziale tra i diversi servizi e livelli di intensità. Gli Ospedali di Comunità, sono moduli a gestione infermieristica che si configurano come anelli di congiunzione tra l'assistenza ospedaliera e quella domiciliare, offrendo un'assistenza intermedia e contribuendo alla deospedalizzazione. In queste strutture, gli infermieri svolgono un ruolo preminente nella gestione clinica e assistenziale dei pazienti. Nella ASL Roma 3, gli Infermieri gestiscono da anni e con successo le unità di degenza infermieristica territoriali.

Infine, l'implementazione dell'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC) è fondamentale per la presa in carico proattiva e personalizzata dei cittadini, specialmente in un contesto di invecchiamento della popolazione e aumento delle cronicità. Gli IFoC, ha rimarcato Carboni, sono figure chiave per intercettare i bisogni di salute, promuovere la prevenzione e garantire un'assistenza capillare sul territorio della ASL Roma 5, contribuendo attivamente a un sistema sanitario più efficiente, prossimo e rispondente alle esigenze dei cittadini.


CARD Lazio punta all'Integrazione per rispondere ai Nuovi Bisogni

Lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Lazio è un processo ineludibile per rispondere ai mutevoli bisogni di salute della popolazione, sempre più caratterizzata da cronicità e invecchiamento. Lo ha sottolineato Elena Megli, Direttore del Distretto 9 ASL Roma 2 e Presidente di CARD Lazio, durante il suo intervento. Megli ha evidenziato l'importanza di un'assistenza territoriale che sia realmente integrata, superando la frammentazione dei servizi e promuovendo una maggiore continuità di cura tra ospedale e territorio. L'obiettivo è costruire un sistema più prossimo ai cittadini, capace di erogare servizi personalizzati e di qualità direttamente nelle comunità, valorizzando il ruolo delle Centrali Operative Territoriali (COT), delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità come fulcri della nuova organizzazione. La Presidente di CARD Lazio ha inoltre ribadito la necessità di investire sulla formazione del personale e sull'implementazione di soluzioni digitali per ottimizzare i processi e migliorare l'efficienza complessiva del sistema. In tale contesto, gli infermieri sono figure centrali per l'implementazione dei nuovi modelli assistenziali, in particolare dell'Infermiere di Famiglia e Comunità (IFoC). La loro presenza capillare sul territorio e la loro capacità di presa in carico personalizzata sono ritenute cruciali per garantire un'assistenza efficiente, efficace e in linea con le esigenze di una popolazione che invecchia e presenta cronicità.


Professioni infermieristiche al centro del dibattito: un confronto su DM 77 e CCNL Dirigenza Area Sanità


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Le nuove opportunità organizzative e contrattuali per la valorizzazione e lo sviluppo delle professioni infermieristiche sono state al centro della seconda tavola rotonda che ha messo a confronto istituzioni, management sanitario e rappresentanti sindacali per discutere le implicazioni del Decreto Ministeriale 77 e del nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto sanità.

Il dibattito, moderato da Carlo Turci e Fabrizio Petrone (Direttore UOC Direzione infermieristica tecnica, riabilitativa, assistenziale e della ricerca IFO Roma), ha visto la partecipazione di figure chiave del panorama sanitario nazionale e regionale.


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Tra i relatori istituzionali spiccavano nomi di primo piano come l'Onorevole Luciano Ciocchetti, Vice Presidente della Commissione degli Affari Sociali della camera dei Deputati, il quale ha sottolineato come la sanità pubblica rischi di non reggere senza un intervento urgente sul personale, a partire dagli infermieri e dal "drastico calo" delle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica. "Senza nuovi professionisti, il sistema non potrà reggere," ha dichiarato Ciocchetti. Per questo, la Commissione ha appena concluso un'indagine conoscitiva sulle professioni sanitarie, con l'obiettivo di promuovere "una riforma organica" anche della normativa europea per valorizzare il ruolo centrale degli operatori sanitari. La strategia, ha spiegato il deputato, prevede un "intervento integrato" che spazia da modifiche normative e semplificazioni procedurali fino a una riforma dei percorsi di accesso gestiti dalle Regioni.

Sul fronte economico, Ciocchetti ha ricordato i 20 miliardi di euro già stanziati per la sanità e ha confermato l'impegno a trovare ulteriori risorse. "Per il rinnovo dei contratti di medici e comparto sanitario - ha aggiunto - abbiamo già individuato una parte dei fondi necessari, consapevoli che valorizzare le persone significa rafforzare l’intero sistema".


Antonio Cascio (Responsabile del servizio Sviluppo Risorse Umane per la sanità della Regione Emilia-Romagna), che nel suo intervento ha fatto il punto della situazione sulle trattative relative ai rinnovi dei contratti collettivi 2022-2024 del comparto e delle dirigenze. Si sono inoltre approfonditi le tematiche relativi ai fondi contrattuali della dirigenza sanitaria e all'indennità di esclusività, e, in particolare, la problematica relativa alla mancata erogazione della stessa alla dirigenza sanitaria.


L'appello di Cavaliere (SIDMI): "Basta con lo scandalo delle indennità, i dirigenti delle professioni sanitarie meritano più rispetto e ruoli strategici"

 Un appello forte e chiaro per una riforma della dirigenza delle professioni sanitarie, che parta dal superamento di "scandalose" disparità economiche e approdi a un pieno riconoscimento del ruolo strategico dei manager laureati magistrali. A lanciarlo è Bruno Cavaliere, presidente nazionale della SIDMI (Società Italiana per la Direzione e il Management delle Professioni Infermieristiche), che sottolinea l'urgenza di un cambio di passo per rendere le organizzazioni sanitarie più competitive, attrattive e in grado di rispondere efficacemente alle sfide del sistema.

"C'è ancora tanto, troppo da fare sulla dirigenza italiana delle professioni sanitarie," esordisce Cavaliere. "In un contesto come quello attuale, è più che mai necessario sviluppare direzioni con staffing competenti ed adeguati. I laureati magistrali, a differenza dei laureati triennali, sono disponibili sul mercato e possiedono le competenze manageriali avanzate per guidare il cambiamento."

Il cuore del problema, secondo il presidente della SIDMI, risiede in una questione di natura "urgentemente politica": la disparità di trattamento economico. "Francamente, la questione legata alla indennità di esclusività e di specificità è semplicemente scandalosa," afferma Cavaliere. Questa indennità, una componente retributiva aggiuntiva per i dirigenti che operano esclusivamente nel pubblico, vede infatti un trattamento differenziato tra i dirigenti medici e quelli delle professioni sanitarie (infermieri, fisioterapisti, tecnici, etc.), a parità di responsabilità gestionali. Una disuguaglianza che, secondo la SIDMI, non solo è ingiusta ma anche demotivante. "I dirigenti delle professioni sanitarie meritano maggiore rispetto," chiosa Cavaliere.

L'analisi del presidente della SIDMI si allarga poi alla necessità di un ammodernamento strutturale delle aziende sanitarie. "Credo che direzioni moderne e innovative debbano avere maggiore coraggio," prosegue. L'invito è a cogliere come un'opportunità lo sviluppo delle Direzioni Assistenziali, strutture organizzative che, sotto la guida di un dirigente delle professioni sanitarie, sono pensate per governare in modo integrato tutto il processo assistenziale, garantendo continuità tra ospedale e territorio e migliorando la qualità e la sicurezza delle cure.

Secondo Cavaliere, è tempo di superare le vecchie logiche e affidare a questi professionisti, formati e pronti, ruoli di alta responsabilità. "Oggi i laureati magistrali delle professioni sanitarie hanno tutte le carte in regola per fare la differenza," conclude. L'appello è a considerarli per posizioni apicali, come la direzione generale, socio-sanitaria e di distretto. Un passo che, nella visione della SIDMI, non solo renderebbe le organizzazioni sanitarie più efficienti dal punto di vista assistenziale, ma contribuirebbe in modo decisivo a renderle più attrattive, implementando efficaci politiche di retentiondei professionisti sanitari, una delle grandi sfide del Servizio Sanitario Nazionale.


Patrizia Tomasin
Patrizia Tomasin

A rappresentare la dirigenza delle Professioni Sanitarie sono intervenuti, Patrizia Tomasin, Direttore del Dipartimento Professioni Sanitarie dell'Azienda Ospedaliera S. Giovanni Addolorata, la quale hanno sottolineato l'importanza di equiparare il trattamento dei dirigenti infermieristici a quello di altre figure manageriali della sanità affinchè questo ruolo sia attrattivo e capace di trattenere professionalità di alto livello, indispensabili per affrontare le sfide future del sistema sanitario




Particolarmente nutrita la presenza delle sigle sindacali, a testimonianza della centralità del tema nelle relazioni professionali. Hanno preso parte alla discussione Francesco Palmeggiani (CGIL Medici FP Roma e Lazio), Stefano Mastrobattista (CISL FP Lazio), Gianluca Armeni (UIL FPL Roma e Lazio), Aldo Di Blasi (Anaao-Assomes Lazio), Giorgio Cavallero (Segretario Generale CoSMeD) e Marcello Bozzi (Segretario Nazionale Andprosan).

L'incontro si è focalizzato su come le recenti riforme normative e contrattuali possano tradursi in concreti percorsi di crescita per gli infermieri, ridefinendone il ruolo e le responsabilità all'interno di un Servizio Sanitario Nazionale in piena evoluzione.


Dirigenti sanitari, Palmeggiani (FP CGIL): "Riconoscimento ancora negato. Iniqua e distorta la distribuzione dei fondi per le indennità"

Un'ampia partecipazione che testimonia l'importanza di un ruolo dirigenziale troppo spesso disatteso nelle sue prerogative contrattuali. È il commento di Francesco Palmeggiani, Segretario Regionale Lazio della FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, a margine di un recente evento di settore. Il sindacalista punta il dito contro le persistenti criticità che ostacolano la piena equiparazione dei dirigenti delle professioni sanitarie (infermieri, fisioterapisti, tecnici, ecc.) ai colleghi della dirigenza medica.

"Questo evento così partecipato dimostra il valore e l’importanza del ruolo e delle funzioni dei dirigenti delle professioni sanitarie," afferma Palmeggiani. "Tuttavia, dobbiamo sottolineare come ancora oggi la faticosa ma inevitabile equiparazione contrattuale sia disattesa, fondamentalmente, per due elementi essenziali."

Il primo nodo irrisolto, secondo il segretario, è il mancato riconoscimento dell'indennità di esclusività, quell'emolumento legato al rapporto di lavoro esclusivo con il Servizio Sanitario Nazionale. Il secondo ostacolo è di natura normativa e riguarda il riconoscimento dei cinque anni di anzianità di servizio per l'accesso alla dirigenza, un requisito per il quale "si ha la necessità di un intervento normativo per modificare la legge 502/92".

Nonostante le difficoltà, Palmeggiani rivendica un primo, seppur piccolo, passo avanti ottenuto nell'ultima tornata contrattuale. "Solamente la CGIL e l’Andprosan si sono spese a favore dei dirigenti delle professioni sanitarie," precisa, "ottenendo un finanziamento extra contrattuale di 500.000 euro da destinare alle loro posizioni fisse. Sappiamo che è poca cosa, però abbiamo scavato un solco che può e deve essere foriero di nuove conquiste."

Lo sguardo del sindacato è ora rivolto al futuro, con battaglie chiare da portare avanti. Tra queste, spicca la richiesta di una graduale equiparazione dell’indennità di specificità. Palmeggiani critica aspramente la recente manovra del governo, definendola iniqua: "Per il 2025," spiega, "sono stati destinati 55 milioni di euro all’aumento dell’indennità di specificità per i dirigenti medici e veterinari e solo 5 milioni per l’aumento di quella dei dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie".

Una disparità che, secondo i dati forniti, è destinata a diventare un abisso nel 2026, quando la stessa voce di spesa prevederà "scandalosamente 327 milioni di euro solamente per l'aumento dell'indennità dei dirigenti medici e veterinari".

Di fronte a questo scenario, la posizione della FP CGIL è netta. "La nostra sigla sarà in prima linea nel contrastare questa visione distorta ed iniqua," conclude Palmeggiani, lanciando un appello all'unità sindacale. "Auspichiamo che, prima di sedersi al tavolo per il prossimo rinnovo contrattuale, si possa e si debba trovare su questi temi una convergenza con le altre organizzazioni sindacali." L'obiettivo è presentare un fronte compatto per sanare le disuguaglianze e dare il giusto valore a tutte le professionalità dirigenziali del Servizio Sanitario Nazionale.


COSMED: "Basta iniquità. Indennità di esclusività subito e per legge anche ai ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie"

Giorgio Cavallero
Giorgio Cavallero

Un appello forte e chiaro per porre fine a una "fatto iniquo" che penalizza un'intera categoria professionale. Così Giorgio Cavallero, a nome della confederazione sindacale COSMED, ha richiamato l'importanza di un intervento legislativo immediato per riconoscere l'indennità di esclusività ai Dirigenti delle Professioni Sanitarie, sottolineando come questi siano gli unici manager del Servizio Sanitario a esserne privi.

"La soluzione non può arrivare dai tavoli contrattuali, ma deve essere stabilita e finanziata da un provvedimento di legge," ha affermato Cavallero. "Del resto, tutti gli altri dirigenti, da quelli medici e sanitari fino ai colleghi di AIFA lo scorso anno, hanno ottenuto questo diritto esclusivamente tramite interventi legislativi".

Cavallero ha ricordato il percorso storico della categoria, il cui numero è raddoppiato dal 2015 a oggi (da 356 a 703 unità a fine 2022), un incremento reso possibile solo grazie al contratto 2016-19. Quel contratto, pur essendo stato "incompreso e perfino vilipeso" all'epoca perché non portò gli aumenti sperati, si rivelò strategico: istituendo un fondo unico per tutta la dirigenza sanitaria, evitò che l'aumento del numero di manager comportasse una decurtazione del loro salario variabile.

Oggi, con la spinta del DM 77 a rilanciare l'assistenza sul territorio – una lezione impartita dal collasso del sistema durante la pandemia – il ruolo di questi dirigenti è più cruciale che mai. "Questo è il momento di rivendicare il ruolo della Dirigenza delle Professioni Sanitarie," ha concluso Cavallero. "Chiediamo un minimo finanziamento pubblico, un costo risibile di circa 4 milioni di euro, per dare dignità a queste professioni. È il nostro impegno". Una battaglia che lega l'indennità anche al conseguente riconoscimento della libera professione intramoenia.


Formazione e Ricerca per l'Eccellenza Infermieristica: a Confronto il Mondo Accademico e Sanitario


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Quali sono gli strumenti più efficaci per garantire l'eccellenza nelle cure infermieristiche attraverso la formazione e la ricerca? A questa domanda cruciale ha risposto una tavola rotonda di altissimo profilo, che ha messo a sedere i massimi esponenti del mondo accademico, della dirigenza sanitaria e delle istituzioni formative.


La IV sessione del convegno, presieduta da Daniela Tartaglini, Vice Presidente SIDMI e Direttrice Assistenziale del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, e da Alessandro Sili, Direttore della Direzione Infermieristica del Policlinico Tor Vergata, ha visto un dibattito serrato tra figure chiave del settore.


Il parterre dei relatori ha incluso le massime autorità accademiche del settore infermieristico romano come Maria Grazia De Marinis, Professore Ordinario e Presidente del corso di laurea magistrale presso l'Università Campus Bio-Medico.


Martini: "Basta crediti, ora misuriamo l'impatto reale sulle cure"

A portare il punto di vista tecnico del Sistema Nazionale di Formazione Continua in Medicina è intervenuta Lorena Martini, Direttore della Formazione ECM per l'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), secondo la quale la formazione continua deve superare la logica del semplice adempimento per diventare un vero motore di cambiamento culturale e organizzativo. Il sistema di Educazione Continua in Medicina (ECM) - secondo Martini - pur essendo uno strumento consolidato, ha ora bisogno di una profonda evoluzione: misurare la sua reale efficacia.

"Non basta più valutare il gradimento di un corso," ha spiegato Martini. "Dobbiamo chiederci: quella formazione ha davvero migliorato le competenze quotidiane del professionista? Ha inciso sulle sue decisioni e sulla qualità delle cure erogate ai pazienti?".

La proposta è di avviare una riflessione per sviluppare veri e propri indicatori di qualità della formazione, superando i meri requisiti per l'accreditamento. Questi nuovi indicatori dovrebbero essere legati alla "performance" del sistema sanitario, in linea con i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e con i nuovi standard per l'assistenza territoriale previsti dal DM 77.

Secondo Martini, la valutazione dell'impatto reale di un percorso formativo sulla pratica lavorativa è un fattore oggi troppo spesso trascurato. È necessario, invece, adottare modelli più complessi, come quello di Kirkpatrick, che analizzino le ricadute concrete.

L'obiettivo finale, ha concluso, è formare professionisti che al "sapere" uniscano il "saper fare" e il "saper essere": capaci di lavorare in team, applicare le evidenze scientifiche, usare la tecnologia e operare con una costante attenzione alla sicurezza del paziente.


Simona Ricci
Simona Ricci

Alla tavola rotonda sono intervenuti Gennaro Scialò, Dirigente dell'Area Formazione della ASL Frosinone, e le Direttrici delle sedi didattiche dei corsi di laurea in infermieristica, Simona Ricci (ASL Roma 2) e Natascia Mazzitelli (OPI Roma e Università Tor Vergata - sede ASL Roma 5).

L'incontro ha rappresentato un momento fondamentale di dialogo per allineare i percorsi universitari, la ricerca scientifica e le esigenze concrete del Servizio Sanitario, con l'obiettivo comune di elevare la qualità delle cure e il livello della professione infermieristica.




Tra Attività Scientifica e Premi alla Carriera: SIDMI Celebra il Management Infermieristico

Un pomeriggio denso di contenuti ha caratterizzato le sessioni conclusive dell'evento SIDMI, spaziando dalla presentazione delle più recenti attività scientifiche fino alla celebrazione di intere carriere dedicate al management infermieristico.


Dora Vassallo
Dora Vassallo

La V sessione, dedicata all'Attività Scientifica e presieduta da Dora Vassallo, Direttore del Corso di Laurea in Infermieristica dell'Università Tor Vergata (sede Gemelli Isola), ha visto due momenti di grande rilievo. In apertura, è stata presentata in anteprima la nuova e attesa quinta edizione (2025) del "Manuale di Management per le Professioni Sanitarie" di Carlo Calamandrei, un testo di riferimento per il settore, illustrato dal coautore Carlo Orlandi, infermiere dirigente.


Torna il "Calamandrei". Orlandi: il manuale per il management sanitario si rinnova per le sfide del futuro


Carlo Orlandi co-auotre de "Il Calamandrei" e Teresa Massa di Mc Graw Hill
Carlo Orlandi co-auotre de "Il Calamandrei" e Teresa Massa di Mc Graw Hill

A dieci anni dalla precedente edizione, torna in una veste completamente rinnovata il "Calamandrei", "Manuale di Management per le Professioni Sanitarie" (giugno 2025), testo di riferimento per il management sanitario e un nuovo team di curatori Carlo Orlandi, Giorgio Casati, Annalisa Pennini, Barbara Porcelli,

Presentato dal co-curatore Carlo Orlandi, il volume si propone come strumento essenziale per affrontare le profonde trasformazioni del sistema salute, offrendo strumenti concreti a chi opera, o si prepara a operare, nelle organizzazioni sanitarie.

Frutto di un lavoro collettivo di esperti e docenti, la nuova edizione amplia i suoi orizzonti con grande attenzione ai temi più attuali: dalla transizione digitale alla sanità territoriale, dalla gestione del rischio clinico alla leadership. Il manuale aggiorna anche capitoli classici come la gestione del personale e il controllo di gestione, mantenendo un equilibrio tra rigore teorico e operatività.

Particolare valore viene attribuito al ruolo della professione infermieristica, definita pioniera nella riflessione sui temi manageriali. Al suo ruolo, oggi più che mai centrale nei processi organizzativi, è dedicato un intero capitolo sulla Direzione Assistenziale e delle Professioni Sanitarie. L'obiettivo, hanno spiegato i curatori, è contribuire a costruire organizzazioni più efficaci, in un omaggio alla visione di Carlo Calamandrei, a cui il manuale è ispirato.

Riportiamo il video-messaggio di Annalisa Pennini, uno dei curatori del nuovo "Il Calamandrei":

Annalisa Pennini

Subito dopo, la VI sessione ha lasciato spazio all'emozione con la cerimonia del "1st Lifetime Achievement Award Nursing and Healthcare Management". Con questa iniziativa, SIDMI Lazio ha voluto premiare per la loro straordinaria carriera alcuni dei "past dirigenti" delle Professioni Infermieristiche, figure che hanno tracciato la strada per le generazioni future.

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A ricevere il prestigioso riconoscimento alla carriera sono state Mariagrazia Proietti, Laura Tibaldi, Gigliola Martinelli, Antonella Leto e Anna Zoppegno. Un momento di grande valore per onorare il contributo fondamentale di queste professioniste allo sviluppo e alla dignità della dirigenza infermieristica.


Innovazione e Ricerca in Primo Piano: Premiati i Migliori Contributi Scientifici


Ymelda Tolentino Diaz e Dhurata Ivziku
Ymelda Tolentino Diaz e Dhurata Ivziku

L'innovazione e lo sviluppo delle professioni sanitarie sono stati i protagonisti della VII sessione del convegno, interamente dedicata alla presentazione e alla premiazione delle migliori comunicazioni orali. Un momento cruciale per dare voce e riconoscimento ai progetti di ricerca e alle nuove pratiche cliniche che nascono sul campo.

A presiedere la sessione un panel di esperte nel campo della ricerca e dell'innovazione, a testimonianza dell'alto valore scientifico dell'iniziativa. La commissione era composta da Dhurata Ivziku, dell'Ufficio Innovazione e Sviluppo del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, e da Ymelda Tolentino Diaz, Infermiera ricercatrice dell'Area per la Formazione, Sviluppo Professionale e Ricerca della ASL Roma 2.

Sono stati ricevuti diversi abstract riguardanti tutte le quattro aree tematiche individuate dal Comitato Scientifico:

  • Leadership, relazioni e comunicazione

  • Management e sviluppo innovativo delle organizzazioni

  • Buone pratiche in ambito clinico

  • lBuone pratiche in ambito formativo

Gli elaborati scientifici, presentati da professionisti con background eterogenei, provenienti da almeno cinque Aziende Sanitarie e Policlinici dell’area romana, hanno rappresentato un patrimonio condiviso di esperienze, innovazione e riflessione critica sulla pratica professionale.

Tutti gli abstract sono stati sottoposti a una valutazione in cieco da parte di due revisori indipendenti, secondo criteri di giudizio precedentemente definiti, a garanzia dell’obiettività e della qualità scientifica.

La sessione si è aperta in un clima di grande interesse e partecipazione: la presentazione di un abstract rappresenta infatti la sintesi di un percorso di studio, ricerca e impegno professionale che merita piena valorizzazione.


Presentazioni scientifiche di rilievo

La prima relazione è stata tenuta dalla collega Crocicchia, che ha illustrato un caso clinico relativo alla gestione avanzata di una lesione complessa. La presentazione ha suscitato notevole interesse tra i partecipanti, evidenziando l’importanza dell’approccio individualizzato nella presa in carico del paziente.

A seguire, la collega Bruno ha esposto con chiarezza i risultati di uno studio qualitativo sull’esperienza come fonte di conoscenza durante il tirocinio degli studenti di Infermieristica, sottolineando il valore formativo della pratica riflessiva.


I lavori premiati

Sono stati premiati i tre migliori contributi scientifici, distintisi per originalità, rigore metodologico e rilevanza per la pratica clinica e organizzativa:

  • 3° classificato:“L’utilizzo della strategia Lean nell’ottimizzazione dei processi di cura nei Dipartimenti di Emergenza: il Team Triage. Studio retrospettivo comparativo”Presentato dalla collega Maria Augusta Fantetti, il lavoro ha stimolato un vivace dibattito sull’opportunità di integrare figure mediche nei team di triage, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa e migliorare la gestione dei percorsi assistenziali, senza compromettere l’autonomia infermieristica.

  • 2° classificato:“La leadership etica come strategia per ridurre l’intention to leave: il ruolo di mediatore dei conflitti casa-lavoro”Il collega Della Bella ha illustrato come la promozione di una leadership fondata su principi etici possa avere un impatto positivo sulla soddisfazione professionale e sulla qualità dell’assistenza erogata, affrontando una tematica di grande attualità per le organizzazioni sanitarie.

  • 1° classificato:“Implementazione del Processo Assistenziale Informatizzato (PAI) e la percezione degli infermieri: uno studio qualitativo”La collega Virtuale ha presentato un’analisi approfondita delle percezioni del personale infermieristico rispetto all’introduzione del PAI. Le principali barriere evidenziate dai professionisti erano la resistenza al cambiamento e l’insufficienza delle risorse informatiche. Tra i facilitatori, è emersa con forza la necessità di una formazione adeguata e del supporto continuo durante l’implementazione.

L’evento si è rivelato un’esperienza altamente formativa, che ha promosso il valore della ricerca infermieristica come leva essenziale per l’evoluzione dell’assistenza. Il successo della giornata e l’entusiasmo dei partecipanti confermano la necessità di dare continuità a queste iniziative, fondamentali per alimentare una cultura professionale basata sull’evidenza, sull’innovazione e sul confronto multidisciplinare.

 



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